lunedì 29 novembre 2010

Qui Gibilterra

Non so quanto tempo sia passato. Un paio d'ore forse, con gli occhi chiusi sopra la bitta ad aspettare, sotto la pioggerella della notte spagnola. It's inusual mi diceva il poliziotto chiedendomi il passaporto. Ok, ma adesso lasciatemi riposare. Non sento più l'aria frizzante punzecchiarmi sotto la pelle. Mi si è fatta l'anima ermetica mentre attendo il mio passaggio per l'ovest.
Pochi secondi. I fanali di via del Two Moons li vedo spuntare sui bordi dell'ingresso del porto. Eccoli, dico. Mario si sveglia. Il Two Moons attracca sulla banchina dell'ultima darsena di Malaga. Le nostre valigie sono li, sul molo in cemento bagnato. I marinai del peschereccio accanto li vedo guardarci da dietro gli oblò mentre saltiamo a bordo. Pochi secondi. Superato il molo di sopraflutto siamo già dentro le onde di Alboran. Il vento da est sta aumentando. La Spagna è già altrove.

Il mare ci inghiotte, Vik. Onde al traverso, onde da dietro, onde da ovunque. Ci nascondono di molti metri sotto l'orizzonte.
Non ci sono perimetri di terre oltre i bordi del mare. Passa una notte. L'alba è dietro le nubi. Capo Europa arriva soltanto quando siamo a mezzo miglio da terra. E' la Gibilterra.

Sono già diventata un'abitudinaria nelle viuzze di questa colonia anglossassone.
Al mattino prendo due cup of coffee, di quello black, mentre gli altri tavolini del locale sopra il molo, tintinnano di bacon e burri spalmati sui tost. Mi piace il rumore che fanno gli inglesi a colazione. Mi piace il sole che spunta dalle vetrate di plastica del piccolo locale. Il mio equipaggio dorme ancora, dorme del sonno del giusto. Il mare di Alboran ha sfiancato i corpi, il riposo ci ha dotato di uno spirito migliore.
C'è un cielo celeste. Io penso che sia un cielo felice, ma il cielo prende sempre le sembianze di ciò che ci frulla dentro la carne.

Dove siamo? Perchè al fondo del continente europeo sembra di essere a Londra?
Perché dietro le piccole case del marina bay i palazzi alti e lucenti sembrano i trompe d'oeil disegnati da un artista di seconda mano?
Che confine labile questo che ci separa dal mondo reale.
Siamo a Gibilterra.  Piove di nuovo. Andiamo in giro con le ceratte Musto, infradito e pantaloni arricciati sulle ginocchia. La gente normale sembra ignorare l'esistenza delle onde di Alboran.
Il Two Moons arriva da un mondo che non esiste.
Provenire dal mare significa non avere passato.
Perché nessuno può conoscerlo come l'hai conosciuto tu.

giovedì 25 novembre 2010

Direzioni e distanze


L'obiettivo che Mercatore si era prefissato era di realizzare una mappa che i marinai potessero utilizzare e sulla quale una linea retta restasse tale anche in mare. Gerardo enunciò il progetto in latino, in un riquadro esplicativo della mappa mondiale che finalmente produsse nel 1569: la proiezione, diceva, "dispiega su un piano la superficie del globo, in modo che i luoghi si trovino nella corretta posizione l'uno rispetto all'altro, per quanto riguarda sia le direzioni che le distanze, e con le corrette indicazioni di latitudine e longitudine". Il suo intento non era solo quello di aggiornare la raffigurazione corrente del pianeta, ma di produrre un nuovo tipo di mappa, con una nuova finalità, utile nella stessa misura a studiosi e a marinai, che rappresentasse la reale forma dei continenti con una distorsione minima. 
Non solo una nuova versione, ma una nuova visione del mondo. (Andrew Taylor, "Il mondo di Mercatore").




I sogni si fanno

giovedì 11 novembre 2010

Passaggio intermedio

C'è una vela in arrivo, striscia sul fronte grigio scuro del solito orizzonte, quello a cui si torna quando il viaggio è finito. Quello sopra il quale si sogna prima di riprendere il largo. La mia veranda sta sul bordo del mare. Offre occasioni incredibili di fermezza vagheggiante. La vela viene da Sifnos e sparirà domani; ha come ultima destinazione il nuovo mondo. Vado a prendergli le cime di poppa di questa pausa in mezzo alla via.