sabato 20 giugno 2009

Tropea

Il cursore del radar s'è fermato su Tropea. Dopo 130 miglia filate, viaggiate col giorno e con la notte, quando poi s'è acceso l'orizzonte delle luci da pesca e quello delle costellazioni. Una ce n'era che guardavo sulla prua quando attorno al mio turno di guardia c'era acqua e non molto altro. La testa dello Scorpione tiene nascosto ancora il triangolo di coda con cui punzecchia il resto del cielo a notte fonda.
Noi non viviamo con lo spumante. Non ci piace quello che abbiamo in frigo, per altro destinato a terzi. Non ci fanno impazzire le barche a motore. Guardiamo ogni scafo che entri nel porto, comprese le spadare che con gli alberi di oltre 40 metri, le lance lunghe per arpionare e gli uomini appesi sopra e sotto pronti a predare, provocano in noi un certo interesse.
Non voglio vedere un pesce spada appena arpionato, ma se lo trovo alla griglia lo digerisco bene. Non amo spumanti perche fanno frizzare lo stomaco. Ma al modo in cui lo fanno frizzare le birre gradisco piuttosto. Non ultimamente comunque, che mi tengo appena lontana dal luppolo e preferisco the freddo alla pesca con fette d'anguria.
Cipolle rosse ne ho avute oggi a pranzo in frittata. Sono famose da queste parti. Lo sapevano tutti ma non io. Suggeriscono di farne scorte abbondanti da rivendere in Grecia come afrodisiache.
Alla Grecia non posso di certo pensarci al momento. Si tratta di diversi mari più in là di questo. Sul quale tra l'altro non so per quanto tempo ne avrò.
La fretta non m'insegue affatto. Sul mondo messo in cronaca dai giornali, parenti lontani di cui avevo frequentazione, mi affaccio dal pozzetto ombreggiato del Marea. E nemmeno quello mi mette fretta. A vela si cammina anche a un nodo e mezzo (2 chilometri e 778 metri all'ora). Se ti viene fretta sei fottuto. Le barche a motore si esprimono con altre doti e non si tengono sbandate se il vento ha voglia di lavorare.
Per ora quello non lavora e noi facciamo il giusto. Ho levato una busta di plastica con cui l'elica del Marea aveva stretto amicizia, pulito il ponte e verniciato l'ancora. Ho percorso i bassi fondi dello scafo, attaccata alle catene di drenaggio, per liberarle dalla rumenta e non ho pensato di chiedere una mano al governo. Mi manca di insudiciarmi il mento con una granita alla fragola e penso che domani sera farò come il resto della massa italiaca, appresso a un maxi schermo che trasmette una diamine di partita di calcio con noccioline sopra.

2 commenti:

  1. ma come è armonico amirar l'ombra del mar sulle rupi marmoree. alf

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  2. Sognai la notte verde dalle nevi abbagliate
    bacio
    Che lentamente sale allo sguardo dei mari,
    La circolazione delle linfe inaudite,
    Il giallo risveglio azzurro dei fosfori canori!

    Seguii per mesi e mesi, simili a mandrie isteriche
    i marosi all'assalto delle scogliere, senza
    Pensare che i piedi delle Marie potessero
    Forzare luminosi il muso agli Oceani bolsi!

    Arthur Rimbaud ( Battello Ebbro)

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