sabato 2 gennaio 2010

Il furto del tempo

Cominciavo il 2009 osservando la calma ciaggadda del mare del primo gennaio e i gesti serafici di un pescatore che conquistava granchi. Il mare oggi non ha conservato la saggezza di allora. Strapazzato di notte da un libeccio rabbioso. L’onda si getta stanca su altra onda di ritorno dagli scogli. C’è un anno nuovo che si affaccia sopra il vecchio orizzonte. È una distanza che si misura col righello del tempo.
Ci fu un tizio una volta, sulle sponde di Silifke, che venne a raccontarmi di una teoria sul tempo e sullo spazio abbinandola all’uomo e alla donna. La donna, disse, è la regina del tempo lungo e dello spazio corto. L’ambiente stretto e la vita longeva l’hanno costretta al senso dell’attesa, alla necessità di un programma. Gravidanza, casa, comunità maturano conservazione, responsabilità al controllo, senso di proprietà, esercizio di custodia, bisogno di sicurezza. L’uomo, disse, è il coito, il tempo breve, l’impermanenza, la sazietà che si cerca e veloce si consuma. Ma il terreno di caccia è spazio illimitato, scoperta, furto e conquista di cose e di libertà. Gli uomini pisciano ovunque e la tazza del cesso è solo un luogo approssimativo i cui contorni sono altrettanto validi per pisciarci sopra.
Poi ci sono maschi e femmine che non rispettano i campi assegnati dal genere. Donne che si fanno marinai, in cerca di terreni vasti su cui sperimentare un programma e uomini che tentano di allungare il tempo per saziarsi di più.
Se si incontrano queste due specie, pensai, non vivranno a lungo insieme, perché tenteranno di depredarsi l’un l’altro.
Ci separammo. Il suo viaggio aveva davanti tutto l’est possibile. Io marciavo verso il ritorno, ad ovest. Sulla strada verso casa contavo ormai i giorni, non più lo spazio che mi separava dalla fine del viaggio.
Seduta sulla sedia di una piccola stanza fatta di vetri, misuro adesso il mare con il tempo lungo che passa e che viene di continuo. Anno vecchio, anno nuovo. Penso di sbieco alle parole del tizio che ha attraversato finora una decina di frontiere e che sta bagnandosi nelle acque di un oceano indiano.
In una sintesi di generi e teorie, me ne sto a sognare itinerari e distanze e a progettare nuovi furti del tempo.


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4 commenti:

  1. Io provo a misurare il tempo col tempo. Se i primi 12 giorni del primo mese dell'anno sono i 12 mesi, oggi è marzo e c'è buon tempo. La primavera comincia. Ho delle nuove idee per la mia primavera. Tanti auguri! Mary

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  2. Nelle azzurre sere d'estate, me n'andrò per i sentieri, punto dalle spighe calpestando l'erba tenera: sognando ne sentirò ai miei piedi la freschezza.Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda. Non parlerò, non penserò a nulla:
    ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
    e andrò lontano, molto lontano,come un vagabondo,
    attraverso la Natura,- felice come con una donna.

    SENSAZIONI
    ARTHUR RIMBAUD

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  4. par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers,
    picoté par les blés, fouler l'herbe menue:
    reveur, j'en sentirai la fraicheur à mes pieds. Je lasserai le vent baigner ma tete nue.
    Je ne parlerai pas, je ne penserai rien: mais l'amour infini me montera dans l'ame, et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien, par la Nature, - heureux comme avec une femme"

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