domenica 12 luglio 2009
Storia veloce/2
E poi il rene buono di Atena si libera e la città finisce sotto ettolitri di pioggia. A spezzare quaranta gradi di afa e l'abbondante passeggiata litoranea che il pubblico sta concedendosi. Disegnavano traiettorie perpendicolari alla poppa. Avanti e indietro.
Quando il rischio di annegare s'è fatto forte la banchina è diventata deserta.
E poi il rene si svuota. Subito la prima coppia di fidanzati ha sfilato da sinistra verso destra davanti al pozzetto, nemmeno il tempo che si asciugasse il marciapiede. Come se non avessero mai smesso di camminare neanche sotto la pioggia, e poi eccoli di nuovo per nulla bagnati, mano nella mano. Più in là è tornata pure quella bambina, chè l'ho vista spesso, sempre a scaccolarsi con le dita piene di pallini verdi arrotolati fra l'indice e il pollice e qualcunaltro dimenticato sopra un'unghia.
Questo tempo secca il moccio e poi lo bagna ancora.
Adesso come se niente fosse.
Hanno ripreso tutti a scorrermi davanti, ignorando ch'io stia a guardarli. Hanno ripreso nelle lingue proprie. Le lingue umide, i vestiti freschi, i motorini, le biciclette, i rollerblade, le mani dietro la schiena, i piedi dei giovani neri accanto a tovaglie apparecchiate con occhiali da sole.
Hanno già smesso di vendere ombrelli. Ma poi non capisci mai dove li tengano nascosti e come possano farsi trovare pronti al momento del bisogno. Lesti come saette. Più rapidi di questa pisciazza di dea. Più funzionali di un rene divino.
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Quell'idolo,occhi neri e crine giallo,senza padre e madre,ne corte,più nobile della favola,mwssicano e fiammingo; il suo regno, azzurro e verzura insolenti, si stende su rive chiamate,da onde senza vascelli, con nomi ferocemente celtici, slavi, greci.
RispondiEliminaAi bordi della foresta- i fiori di sogno tintinnano, scoppiano, lampeggiano,- la ragazza dal labbro d'arancia, le ginocchia incrociate nel chiaro diluvio che sgorga dai prati, nudità dal mare,dalla flora, dagli arcobaleni ombreggiata, attraversata e vestita.
Dame che volteggiano sulle terrazze vicino al mare; bambine e giganti, superbe nere nel muschio grigioverde, gioielli ritti sul terreno grasso dei boschetti e dei giardinetti in disgelo,- giovani madri e sorelle maggiori,gli sguardi pieni di pellegrinaggi, sultane, principesse dal portamento e dal costume di tiranno, piccole straniere e persone dolcemente infelici.
Che noia , l'ora del ''bene mio'' e ''cuore mio''.
INFANZIA da ILLUMINAZIONI di Arthur Rimbaud
"Siamo Dei...e forse i nostri reni vanno peggio della pioggia.." Ma va benissimo così...
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