domenica 26 aprile 2009

Mentre a est di Roma

Roma Palermo Mazara L'Aquila Alghero. Qualcosa che stride. Foto appese nel vuoto. Sezioni di vite scorte dalla strada. Macerie, treni, aerei, barche a vela che non camminano perché il vento è fermo. Roma come Tel Aviv, dicevano i due israeliani davanti a me a guardarla dal vagone. Roma ieri. Poi l'ho lasciata. E oggi, che la rivedo, è già un'altra cosa.
A cento chilometri comincia una visione aerea. Un elicottero sorvola il niente. Ci siamo noi sopra, con le cuffie nelle orecchie che ascoltiamo la geografia di un deragliamento. Il giovane della protezione civile vive 24 ore di fila, poi ne riposa 24, poi ne rivive 24 ancora. E così da 22 giorni. Casa non c'è più.
Casa non c'è ancora.
Sotto Punta Raisi batte la pioggia e qualche prostituta allo Zen.
Sopra gli inerti di Onna batte il sole.
Capo Caccia non ha ponente.
Le campagne del Mazàro inventano un silenzio di ruscelli e palmeti. Non c'è altro a parte un palazzo reale senza nome.
A ovest del Tevere rettangoli celesti in mezzo a boschi eleganti: la Cassia si riconosce per le ville con piscina.
Molto più a est del Tevere, Coppito pulsa di un ticchettio infinito di tastiere. "Non c'è nulla che potrà salvarci". Non c'è nulla. Più.
Sul lato opposto la zolla isolata è ferma.
Casa non l'ho vista, non la cerco. Aspettavo un po' di vento ma non ho finito di farlo.

1 commento:

  1. Da Matilde Serao ad Oriana Fallaci, da Giuliana Sgrena a...Monica Maggioni, vorrei leggere e ritrovare più spesso te...Robe..!! quando è che questi saggi saranno letti da qualke editore ke capisce..qualcosa..??
    Forse dovrei cambiare domanda...Intanto non ti fermare..!!
    L.

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