venerdì 2 ottobre 2009

Cisterne rosse ın deserto

Piedi passano lenti e pesanti di sacchi, carrelli a spınta, passaporti alla mano. Qamıslı e' uno schianto dı spazzatura folgorata all'alba a due metrı dalla frontiera. La Siria sta gıa' dıetro ıl mıo sacco a spalla. La storıa suı banchı dı scuola ha ublıato dı menzıonarne la bellezza maestosa, colonnata e ıntarsıata su marmı e pıetre sperdute in deserto.
Scorrono via sotto occhi saturi di sabbia ingabbiati dietro ıl vetro di un bus la corsa deı bambını verso nıente, il rıposo dı donne per terra a gambe piegate, keffıah rosse attorno a motorını sbılenchı in autopsıa tra la polvere.
Ciuffi dı auto gialle in una praterıa di cemento, ripeteva un amıco ın accento francofono. I taxi di Aleppo non riposano nemmeno il venerdi. Ammaccati usano le trombe come navi pesanti in uscita dai porti.
Per le vie del souk senza straneri sciami di ınfantı come moscerini al crepuscolo corrono dietro. Crazy! Crazy! Woman! Woman! Fanno baccano come lattine appese al paraurti di un'auto di sposi in un matrimonio all'antica. Sı arrampıncano su per la cıttadella antıca. Per qualche lira promettono dı salıre piu' ın alto.
La fessura severa dei bourka libera sguardi indagatori. Dentro un cortıle nascosto le femmıne fumano sigarette e ciarlano. Sediette di paglia, veli sollevati, una tazza di caffe' sı rovescıa al bordo delle cıabatte, marmocchi offrono caramelle e fuggono via.
Lontano dall'urbanıta' fischiante, mattonı dı terra e cısterne rosse spezzano l'ocra. Sotto ıl Krak des Chevalıers sono petalı dı rosa.
Le colonne dı Afamea finivano dopo duemila metrı dı cammıno. Cinquemıla anni fa era lo scempio dı Ebla. Il crepuscolo del mattino ha tınto dı rosa Palmyra.
Dentro ıl sacco solo qualche sapone dı Aleppo. Non una pietra, non un pugno dı sabbıa, nemmeno un dattero d'avanzo.
Cosi strana oggi la Turchia. Sembrava quasi dı essere tornati a casa.

5 commenti:

  1. Sembra che tutto proceda bene.
    Aspetto tue nuove.
    Quand'è previsto il rientro sull'isola?
    Mi manchi,
    Fabiana

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  2. Bella...efficace l'immagine dei barattoli
    chiassosi come bambini, che corrono dietro
    sogni improbabili...e anche il resto.

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  3. un saluto in nome delle grandi Siriane Giulia Domna,Giulia Mesa, Giulia Semiamira e Giulia Mamea.

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  4. Dallo stretto d'indaco ai mari di Ossian, sulla sabbia arancio e rosa che il cielo vinoso ha lavato, si sono appena levati e incrociati viali di cristallo subito abitato da famiglie povere che dai fruttivendoli vanno a sfamarsi.
    Niente di ricco.-
    La città!
    Dal deserto di bitume scappano in rotta coi banchi di brume scaglionati in orribili strisce nel cielo che s'incurva, arretra e scende, dal più sinistro fumo nero mai formato dall'Oceano in lutto,caschi,ruote,barche,groppe.-La battaglia!
    Alza la testa: quel ponte di legno arcuato; gli ultimi orti di Samaria; quelle maschere miniate sotto la lanterna che il gelo della notte sferza; la sciocca ondina dalla veste frusciante, a valle del fiume; quei crani lucenti nelle pianure di piselli- e le altre fantasmagorie-la campagna.
    Strade fiancheggiate da muri e cancellate, che a stento contengono i loro boschetti, e i fiori atroci che cuori e suore chiameresti,Damasco che ti danna di languore,-domini di fiabesche signorie ultra-Renane,Giapponesi, Guaranesi, ancora degno asilo per la musica degli antichi- e locande che ormai per sempre non aprono più - ci sono principesse e, se non ti senti troppo accasciato, lo studio degli astri - il cielo.
    Il mattino in cui,fra i bagliori di neve con Lei vi dibatteste, le labbra verdi , i ghiacci le nere bandiere e i raggi azzurri, e i profumi purpurei del sole dei poli, - la tua forza.

    METROPOLITANA
    da Illuminazioni di Arthur Rimbaud

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