domenica 19 dicembre 2010

Il cappello di Natale

Ho un cappellino da babbo natale, in testa da ore ormai. L'ho comprato in un cinese assieme a quelli per il resto della truppa. Non ha stellette intermittenti come quello che indossavo anni fa a Siracusa quando ìn mezzo strada giravo tre clave fra le mani, sul dorso tenevo una chitarra ed era ugualmente tempo di feste, ma la parte rossa è tutta fatta di una patina luminescente e mi sta come fossi il capo vero di una mandria di renne. Però qui, a differenza della Finlandia e di Siracusa, governo la mia slitta in canottiera e sandali greci. La moda inverno va forte sulle vetrine di Las Palmas. Mi chiedo quale sia la differenza rispetto alle altre stagioni.
Ho comprato altre cose che hanno a che fare col natale, ma è uno sforzo incredibile ricordarsi che lunedì sarà il 20.
La barca è solitaria. Ecco, si. Ora, qualcuno che legge queste righe avrà la barca tutta sua, come me forse per la prima volta dopo quasi un mese. La ciurma va per bar e la marinaia se ne sta al silenzio dell'ormeggio. Buffo sentirsi privilegiati per questo, quando tutto il mare che navigheremo a breve verrà a cancellare il rumore della terra. E ne avremo per giorni e notti infinite.
Ecco, si. In gran segreto dico: se c'è un luogo in cui non subisco il trascorrere del tempo, è questo.
Allora quanto durano cinque giorni? chiese il marinaio. Non so, rispose l'altra. Forse un tempo che non può essere calcolato in nessun modo. Forse potrei contare le onde e dirtelo, ma mi perderei nel vapore della schiuma di ogni onda e potrei non risponderti mai.
Allora, disse il marinaio, dimmi quant'è grande questo spazio.
Ma l'altra rimase interdetta: Non so, disse. Perchè potrei risponderti coi giorni necessari a traversarlo, ma siccome, stando appresso ad ogni onda, del tempo ho perso cognizione, potrei non risponderti mai.
Il marinaio pensò che era una cosa troppo complicata e non fece altre richieste.
Però poi guardò bene la marinaia e vide che aveva in testa un berretto, color rosso luccicante e un pon pon tutto bianco che scendeva alla fine sulla tempia scura.
Scusa, disse, questo dev'essere il tempo del natale.
Non so, rispose l'altra. Così avevo visto giorni fa in mezzo a certe vetrine. L'aria era calda e qualcuno cantava "oh happy, happy christmas". Era tutto perfettamente fuori tempo. Non saprei perciò dirti che tempo fosse. Io indossavo una canottiera e camminavo per la via. Sicuro, era un tempo diverso da questo, perchè c'erano negozi, un lungo marciapiede e tanti esseri umani sulla via, ma col trascorrere delle onde lontano dal molo ho perso il conto di tutto.
Non c'è una cosa al posto che avrebbe dovuto avere.
E con questo se ne andò il marinaio e se ne andarono i giorni. La marinaia restò sola e tutte le onde che arrivarono non furono in grado di rispondere a nessun nuovo quesito.
Non so. Forse come tutte le letterine scritte e affidate all'albero nell'atrio delle case.

3 commenti:

  1. devo aggiungere una cosa. La crew è rientrata al barco. Vik spunta dal biuio con una frase:hai notato che il tempo in barca non esiste? dico, avevo appena finito di scriverlo. Proprio qui

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  2. E' quasi sera!!......e un giovane piccione viaggiatore si posa nel pozzetto...è stremato! Reprimiamo il desiderio di scoprire che messaggio porta alla zampina. Dai!... una ciotola d'acqua ed alcune molliche di pane imbevute nel latte per rifocillarlo… Poi il riposo di tutta la notte.....Al mattino due giri intorno e poi via verso la sua meta...Arriva il vento..a gonfiare la randa del nostro Oceanis 473 ….la ciotola si ribalta trascinandosi in una sorta di catena le molliche rimaste, quasi a raccontare… un percorso incerto ma….. che emozione!!
    Gupi

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  3. http://www.giocafiabe.it/2005/Pesce_natale.htm

    E' carino!!

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