mercoledì 24 dicembre 2008
Il cerchio dell'Onitron e suoi paradossi
Etichette:
Fresi,
giro del mondo,
Natale,
navigazione,
vela
A Natale c'è chi corre a fare gli ultimi (o gli unici) due o tre regalini e c'è chi se ne sta chiuso a bordo, dentro la piccola dinette con la prua che avanza lenta verso l'occhio del ciclone, sopra la testa il Madagascar e davanti agli occhi l'oceano Indiano.
A Natale c'è chi si ritrova sul muretto di casa una bolletta della luce da pagare entro due giorni e c'è chi da due giorni non vede altro che foschia e anche se accende una lampadina non cambia nulla, quindi tanto vale lasciare tutto così com'è e l'Enel lasciarla a quel paese.
A Natale ci sono quelli che sperano di vedere sbarcare sul balcone di casa un paio di renne con santaclaus che porta i doni anche se non te li meriti, ma ci sono anche quelli che sperano tanto nella discrezione delle balene, le quali passando in branco sotto lo scafo della tua bagnarola sarebbe meglio non si concedessero in alcuna piroetta natalizia con colpo di coda finale.
In pratica c'è chi festeggia Natale e chi sta facendo sostanzialemente altro. Per esempio Piero e Vittorio Fresi a bordo del loro 10 metri, in navigazione da 109 giorni, sono entrati nell'oceano Indiano e attendono il vento. Collegati col satellitare sabato scorso babbo e figlio hanno fatto gli auguri al centinaio di amici riuniti per l'occasione al Cormorano di Porto Torres. Hanno, per adesso due ore di fuso in avanti, ma corrono verso l'Australia e aggiungono miglia di distanza fra il nostro Natale e il loro tempo.
Da oltre tre mesi non vedono terra, la loro casa è su una zolla iodata di sale e di acqua. Anche se si dice in culo alla balena penso che quando il branco di mammiferi gli è passato sotto la barca il culo l'hanno stretto loro.
Comunque mi sono informata dopo aver visto una foto in cui Piero s'ingozza con una forchettata di spaghetti grande quanto tutto Cape Town. Antonio l'altro figlio che li segue da terra assicura che la cambusa gioisce di pastasciutta. Qualche superalcolico lo hanno portato per combattere il freddo, qualche spumantino per brindare ai passaggi di capo e alla soluzione di situazioni complicate.
Due caratteri forti dice Antonio. A terra si scornano a volte sulle piccole cose. In barca ci penserà il mare a scornarli entrambi mettendoli in riga rispetto alla rotta, altrimenti detta vita.
Mi piace l'idea di pensare a qualcuno in mezzo agli oceani. è come avere il dono dell'ubiquità. In estate i Fresi li ritroveremo al pontile del Cormorano dopo un cerchio disegnato sull'acqua intorno al mondo. Se come diceva Aristotele accettiamo che il tempo sia diviso in istanti constateremo il paradosso che l'Onitron Autoprestige sia sempre stata ferma e contemporaneamente in ogni luogo di questo largo cerchio.
Buonvento!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ho scoperto da poco questo blog e devo dire che il tuo modo di scrivere geniale e diretto è affascinante. Questo pezzo "circolare" ha molte chiavi di lettura, anche indipendenti dall'impresa Fresi. La discrezione delle balene.... la zolla iodata .... complimenti.
RispondiEliminaSalute a te
Helix - un amico
Caro Helix grazie per esserti addentrato in questa circolarità. Sei benvenuto. Vento!
RispondiEliminaMia piccola adorabile "zinzura"
RispondiEliminaHai visto?... un'altro incauto è passato nello stagno :-))) Potesse un giorno un'editore errante passar per codesto stagno.
Buone feste mia piccola adorabile "zinzura"
Purtroppo i Fresi, i navigatori di cui parli, proprio ieri, hanno incontrato una tempesta in pieno oceano indiano e la loro barca ha disalberato... So che hanno lanciato SOS e saranno raggiunti entro domani. Sono a 3000 miglia dalla Nuova Zelanda. Spero tanto che la loro avventura non si trasformi in una tragedia.
RispondiElimina