domenica 14 dicembre 2008

Usini in barca



Stamattina la sveglia è stata quella di un bonorvese che chiamava per sapere che tempo c'era a Porto Torres. Io non potevo saperlo perchè dalle tapparelle abbassate della mia stanza anche il più ganzo dei lupi di mare non avrebbe potuto saperlo. Ma siccome mi avevano detto che oggi avrebbe soffiato un vento a 35 nodi, dal mio cuscino ero pronta a rispondere che il tempo era brutto e che quindi non potevamo fare la lezione in barca. Per scrupolo però mi sono allungata in ciabatte fino al salone e porca miseria c'era pure il sole. Quindi ho ribattuto il bollettino meteo al bonorvese e ci siamo dati appuntamento al pontile per l'ora dopo. Intanto c'avevo il raggiro di intestini del vino di Ajò a Ippuntare che pure ne ho bevuto pochissimo, ma si vede che non ci sono più abituata.
Al bar Sardegna di Usini, questo paesino di vigneti e cantine generosi, ci sono finita due volte in una sera, per caso e perchè la cantina numero sedici alle undici di notte non ci poteva più far entrare. Un giovinazzo con la chitarra a tracolla e gli occhi fulminati di vino e premura, sull'uscio non si dava pace per noi e si scusava senza sosta: "ma cazzo babbo non vuole... non fa, non fa davvero, ma perchè non siete venuti prima? cazzo adesso non posso proprio farvi entrare, magari fatevi un giro, qualche altra cantina la trovate, perchè io non posso..". Ci stava tanto commuovendo che per gentilezza siamo rimasti ad ascoltarlo per circa un quarto d'ora. La prima tappa per scaldare gli aliti già l'avevamo fatta al bar Sardegna, anche se il barista non era tanto convinto di versare del vino a me che sarei pure una ragazza.
Comunque, ancora prima di trovare il giovane simpatico e scioccato della sedici, stavamo cercando la cantina tredici, chè c'erano Daniela e gli altri già da qualche ora, ma non avevamo una cartina del paese e andavamo a zonzo, di portone in portone a cercarli. Due ragazze scendevano verso le macchine: "scusate avete una cartina?" nel senso della mappa, e una delle due non meno premurosa del giovinazzo: "mi dispiace davvero, non ce l'ho". " E sai dov'è la cantina tredici?" e quella "no, ma so dove sono la 5, la 8, la 11, la 2 e la 16". Le aveva fatte tutte, ma senza che nulla si fosse ingarbugliato del sorriso. Tiriamo dritti. Lungo il marciapiede l'eco di un coro spuntava da una finestrella ad altezza di scarpa. E nel coro emergeva un tenore noto. Era Claudione. Quindi forse avevamo trovato la cantina 13. Ecco che ci offrono ospitalità. Claudione però era troppo intento a cantare e non ci ha cagato e poi quella non era la cantina 13. Usciamo convinti che, in fondo, al bar Sardegna non si stava male. Il barista non faceva più discriminazioni. Daniela e gli altri erano già lì. Un flicorno suonava auguri di compleanno, una tuba ammaccata lo seguiva. Un petardo è scoppiato sotto un tavolino. Qualcuno ha attaccato un cazziatone a chi l'aveva fatto scoppiare. Più avanti il ragazzo scioccato della sedici si stava esibendo con Rino Gaetano alla chitarra davanti alla vetrina di un altro bar. Io pensavo di non avere problemi per l'indomani con la previsione dei 35 nodi di vento. Poi il vento non è arrivato e io ho portato un pò di Usini in barca. Il mare è rimasto piatto e se avessi avuto i pattini sarei andata a schettinare. Il bonorvese ha fatto bene gli ormeggi. Abbiamo evitato di salire sopra il molo con tutto lo scafo. Domani è lunedì ma questa domenica è frivola e inconsistente. Chissà se il sorriso della ragazza delle cantine è rimasto li. Chissà se Claudione sta ancora cantando sotto il marciapiede. Oggi a parte la barca non s'è mosso nulla.

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