lunedì 12 gennaio 2009
Alla tomba dei giganti. Li Mizzani
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Ho dormito su un cuscino di pietra e non dirò niente del mio sonno. Ma ci stavo bene. Attorno le voci si muovono, Michele scatta foto, un uomo seduto sull'esedra a pochi palmi dal mio viso parla con un altro uomo e con una donna appena arrivati. Dicono di un tale, un amico che se n'è andato. Il corpo lo avevo sulla terra, i piedi scalzi. Freddo solo a momenti.
A Li Mizzani sembra ci vadano in tanti, ieri c'era silenzio però. Vanno a curiosare intorno a questa stele di granito che ha più di tremila anni e che un tempo, dicono, fu frequentata da sciamani. I giganti sono gli eroi, i paladini, i capi carismatici che nelle tombe guarivano il popolo dai mali. Qualcuno viene ancora qui, dalle parti di Palau, per terapia.
Passa mezz'ora e apro gli occhi. Chiedo all'uomo seduto ancora sull'esedra di chi siano quei testi stampati su un foglio appeso al ginepro difronte. Mi dice "di Aresu". "Ah si" faccio io, che il nome l'avevo sentito da qualche parte. Mi guardo intorno, vedo per la prima volta a chi corrispondono le voci sentite nel sonno. La donna è bionda e saluta con lo sguardo, accanto c'è un uomo alto. "Piacere, Mauro Aresu". Sorpresa. Giusto lui, l'autore dei testi sugli effetti terapeutici prodotti da questa tomba di giganti, in piedi affianco a me. Ora può raccontarci tutto a voce.
Dice che già Aristotele in Physica, Simplicio e altri autori greci nonimavano queste tombe dei giganti a cui riconoscevano qualità curative (da controllare il Petazzoni in La religione primitiva in Sardegna). Aresu ha misurato la frequenza energetica nel centro della tomba: 437 megahertz, maggiore a tutto ciò che sta intorno, uguale a tutte le tombe di giganti che ha visitato. "Di dove siete?" domanda uno dei tre. A Porto Torres c'è un altro luogo con energia simile e curativa, Su crocefissu mannu. Domus de janas scavate nel calcare, un sito di sconcertante fascino, ma non sapevo che passarci una mezzoretta al giorno, per almeno nove giorni consecutivi fosse utile a togliersi malanni e sconcerie energetiche di dosso. Loro ne sono certi.
Aresu, la donna che si chiama Arianna e Riccardo Altana, l'uomo seduto sulla lastra di pietra, hanno dato vita a un'associazione che studia e frequenta questi luoghi. "Al centro esatto della tomba - dice Aresu - non c'è conducibilità elettrica. Il punto ideale dove scaricare l'energia. Funziona come una massa". Arianna parla anche lei: "La tomba ha un preciso allineamento astronomico: quando sorge il sole d'equinozio la luce entra esattamente dalla porta della stele". Gli antichi costruivano secondo natura. Il sole e la luna erano tenuti bene in considerazione. Stanotte è luna piena. Sarà rilevante per noi?
Aresu, che s'era allontanato per qualche secondo, riappare dal boschetto nel semicerchio di pietre. Ha un bastoncino in mano. Cerca l'energia, dice. Lo fa con metodo rabdomantico. Qualcuno del mio gruppo ha idea che funzioni. "Lo fa anche mio zio" dice Antonio.
Non so se è rilevante, ma trovarsi a Li Mizzani a chiacchierare di cose antiche è una sequenza piacevole. Il mio riposo sopra le pietre non so se ripulisce. Non ne faccio una questione di fede. So solo che le pietre hanno conservato il tempo, non solo il contrario. E diventano un tramite, sottile e granitico, sul quale pensare ai popoli qui residenti quando il mondo era altro. Questa porta di pietra si affaccia su epoche che non so e parla di uomini e donne che non esistono più da millenni e che pure hanno condotto le proprie vite nutrendole di astratti e pragmatismi irripetibili. Su queste pietre non posso perdere l'occasione di riposare almeno per un po'.
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