mercoledì 7 gennaio 2009

Sfasciacarrozze di inizio anno

Poste. Puzza di ascelle e fila lunga. Mi tocca seguirla e chiedere "chi è l'ultimo?" anche se quando sarà arrivato il mio turno non troverò un dottore. Più probabilmente sarà una multa. Una di quelle vecchie, cagliaritane magari, di quando avevo ancora il pandino arrugginito, che ormai lo tagliarono a pezzetti da uno sfasciacarrozze di Quartucciu. Avevo portato la nikonD50 con me quel giorno con il preciso obiettivo (eh) di fotografare la mia vettura per l'ultima volta prima della disintegrazione. Me ne andai da quel campo di sfaceli ferrosi camminando a piedi lungo una strada vicinale di quelle che costeggiano campi coltivati a silenzio. Foto non ne avevo fatte. Non ho un'immagine finale del pandino bucato. Ho lasciato che il tritatutto se lo portasse e che a me non restassero altro che i piedi. E un ricordo. Forse mi sembrava più prezioso così. Lo sfascia carrozze è un posto speciale da fotografare e se mi fossi trovata là in mezzo da sola forse sarei rimasta ore, ma quegli uomini barbuti in tuta blu mi parevano troppo attenti alle mie mosse e nel frattempo avevo constatato che fare o non fare quella foto finale al pandino non avrebbe cambiato nulla nella mia vita, né alla sua che stava per terminare. Ne ero piuttosto certa. Forse che l'idea di un cimelio diventava già troppo banale nel momento concreto in cui avrei dovuto produrlo. E mi capita spesso di rinunciare a scattare una foto proprio nell'istante dopo il quale l'oggetto non sarà più recuperabile. Un rifiuto. Una specie di capovolgimento strutturale del principio di Cartier Bresson sull'attimo decisivo. Una filosofia senza senso la mia. Epperò al rifiuto non posso contrapporci a forza l'ottimismo. In più c'è il pericolo che quel momento troppo speciale si spaventi davanti alla macchina fotografica e si scorpori in tempi ed esposizioni raffreddandosi come una fainè alle cipolle. No, preferisco di gran lunga le foto nel mentre. E infatti mentre me ne tornavo verso Cagliari, in cerca di un mezzo qualunque (ormai nessuno avrebbe più retto il confronto col pandino) scattavo foto a destra e a manca della mia strada lunga, coi cani ai cancelli, il contadino sugli spinaci, il traffico in lontananza sulla tangenziale. Del pandino ho solo una foto, scattata qualche anno prima quando si era fermata 500 metri dopo il distributore. Ho voluto ritrarmi a bordo mentre mi rendevo conto di aver messo gasolio al posto di benzina. In effetti il pandino era il soggetto principale, ma nell'immagine si vede poco, era l'ambiente, lo spazio della mia rassegnazione. Chissà magari quelle foto dallo sfasciacarrozze avrebbero potuto dimostrare che la macchina è rottamata quindi se il comune di Cagliari reclama ora una multa non pagata io potrei sempre tirare fuori questa carta. In ogni caso non lo scoprirò oggi perché per quanto mi stessi abituando al puzzo di sudore e fare la fila nemmeno mi dispiaceva più, ho saputo da un operatore un po' stronzo che l'avviso di raccomandata non potevo ancora ritirarlo. Ho dovuto lasciare le poste con mio sommo dispiacere. Stavo ambientandomi e in mezzo a tanta gente mi sembrava di avere moltissimo tempo a disposizione per farneticare cose incredibili sul taccuino. Anche perché un mio amico mi aveva appena detto che il dopo Natale, ovvero il dopo nulla, è fatto di incontri con persone stranite. Forse voleva dire rincoglionite. Ma come parla lui mi piace. Ha anche detto che ogni tanto qualcuno ha bisogno di squadernare. E siccome io pur non avendola mai sentita, ho trovato questa parola subito molto significativa, ho deciso che alle poste era pieno di gente stranita e che io mi ci trovavo benissimo e volevo riportare il tutto sul mio quadernetto e così squadernarlo. Perché è di questo che c'è bisogno adesso. Il momento di fare una foto arriverà dopo lo sfasciacarrozze.

4 commenti:

  1. perché è meglio prendere distanza dalle cose. dalle parole, mai... ;-)

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  2. ecco perché io non faccio may foto alle mie ex!ma non ho trovato uno sfasciacarrozze che le volesse. Vay Rò, fazzy sugnà again

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  3. Campi coltivati a silenzio e squadernare...all'ombra dello sfasciacarrozze....ho nutrito i miei neuroni...

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  4. PS: anche il resto, chiaramente, è stato un ottimo desinar forbito...

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