mercoledì 5 novembre 2008

Canestri e candeline

Giornata piena ieri. Per poco diventava piena di iconcine feisbuchiane beneauguranti. E invece ZAC! c'ho zaccato di mezzo mamma e il suo pandispagna con tre candeline sopra, in segno dei miei trentatrèanni. "33??!!" Gli occhi di babbo mi dicevano che c'era un'errore, che la tortaia s'era confusa di un anno. "Ah! mi sembrava!" E ne tiravo via una candelina dal pandispagna.
Quando tornavo lungo la provinciale era già buio. E pioggia pure. E il pc l'ho visto solo di striscio.
E mentre aspiravo una biretta, a chiacchierare sotto la tenda del bar di musica dispersa e cani scappati, c'è Obama a Chicago che gioca a basket per scaricare i nervi in attesa dello scrutinio e di mille simili pettegolezzi. Sua nonna non c'è più e mi dispiace umanamente . Penso: chi gli preparerà un pandispagna con tre candeline, ognuna per uno dei trecento grandi elettori che sogna ad ogni canestro e che lo mette in agonìa ogni volta che la sfera arancione guizza di lato dopo un inutile girotondo sul cesto? Sto sicuramente meglio io di lui penso.

Ti immagini quest'uomo nero coi calzoncini nike e la maglia dei Chicago Bulls tutto sudato a sfogare tossine e canestri davanti alle guardie del corpo a bordo campo con gli occhiali scuri e i walkie-talkie in mano.
E suda e suda e suda Obama. S'è quasi scolorito. Adesso assomiglia a McCain.
Non si può dire non si sia sbattuto anche per oggi.
Ma diciamo che, visto come sono andate le cose stanotte, da fare ne avrà per parecchio tempo.
A me oggi non resta che un pezzo di pandispagna. A lui un America intera.


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