venerdì 28 novembre 2008

Passione all'inferno

Ecco ora va meglio. Ho trovato la musica che cercavo e l'ho trovata grazie a un'amica che non conosco ma che avevo tanta voglia di ritrovare. Un piccola magia che nemmeno so come sia possibile. Prima Madeleine Peyroux poi la mia Billie che però non trovavo più, e così ora scrivo perchè quello mi mancava. Anche se ho scritto tutto il giorno. Anche se dentro la macchina a consumare chilometri e distanze brevi, segmentate e tutte per direzioni diverse, pensavo a cosa scrivere, a come farlo. Tutte scritture diverse. Per indirizzi diversi. Ma infine è questa la stanza che preferisco.
A breve glisserò sotto le coperte a passare la matita sopra le righe delle cose che Seneca diceva a Lucilio. E una riga di qualche sera fa mi tornava anche sopra le confessioni di un amico. E io le sottolineavo con la matita della mente mentre gli davo un passaggio a lavoro. "Passione è una parola che non mi piace. Perchè vuol dire due cose diverse. Poi sta a chi ti ascolta capire davvero". Ed io ricordavo che passione è ciò che uno soffre senza la sua volontà. E poi il pensiero si sottoponeva allo sguardo e mentre me ne tornavo a casa passando fra i ruderi di un villaggio industriale senza padroni non c'era niente che mi facesse male e le strade si componevano sotto i pneumatici ed erano un'intelaiatura molto semplice e banale ed era come se la guardassi dall'alto. Prima la porta dell'inferno, grande e a forma di cancello, che parevano denti sottili e separati, come la bocca del clown di It. Ed era l'industria. Poi la porta del paradiso dove dentro dormivano gli antichi romani e le loro colonne di pietra e i pavimenti a mosaico dove un tempo poggiarono le piante dei piedi. Ed era il museo che s'affaccia sull'area archeologica. Infine la porta del purgatorio, quel luogo nel quale bene o male tutti quanti scegliamo di abitare, per non sentirci nè troppo morti, nè troppo vivi e per semplificare le cose. Dove il sentimento non ci affoga e noi si riesce a dire due cose a chi si incontra per strada senza metterci per forza tutta l'anima. Anzi senza metterci proprio un bel niente. Ed era il palazzo del comune. Passione, dolore che non vuoi. Male che non puoi. La difesa è il purgatorio. Senza passione nella piazza del comune, nella vita comune, nel modo comune di stare. Ma Lucilio aveva appreso cose diverse grazie al suo amico. E sapeva qualcosa che in purgatorio non si sa. E cioè che si può essere bravi a non farsi far male dal male. Ma senza perderselo. Senza perdersi la passione. Apatheia non è impatentia. Invulnerabile è il paradiso, insofferente alla sofferenza il purgatorio.
Il mio amico lavorava all'inferno quella notte avvolto dal pensiero di aver perso il paradiso. Ma il suo animo sa vincere la contrarietà. E per vincerla ha solo bisogno di tempo.

4 commenti:

  1. Sono contenta di averti portato la musica che non sapevi di cercare.
    Anch'io, però, ho trovato qui qualcosa di cui non sapevo di aver bisogno: "si può essere bravi a non farsi far male dal male. Ma senza perderselo. Senza perdersi la passione".

    Grazie.

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  2. ti cercavo di nuovo. un piacere nel cercare. è una splendida attività.
    a presto

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  3. Mia piccola adorabile "zinzura" è sempre un piacere perdersi nei tuoi scritti.

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  4. [Attendo che si aprano le danze da forchetta...e ci ritorno su..e finalmente slegato da tempi d'uso internettiano e spazi da occupare ci scrivo pure sotto]

    Questo m'era piaciuto da subito...mentre leggevo ed anche ora che rileggo vedo le parole che prendono forma della loro rappresnetazione reale...sai uno di quei libri che racontano in 3D le storia i bambini?Quello!
    CJ

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