domenica 9 novembre 2008

L'alieno Soru. O della (e)lezione di Obama







Renato Soru è nei blog di alcuni dopo che la maestra unica Daria Bignardi lo ha chiamato alla lavagna delle Invasioni barbariche venerdì scorso. Luca de Biase lo ha nominato spesso nei suoi post, ma sono in molti ad osservarlo con curiosità. Non riconoscono in lui il tipico uomo politico del nostro tempo italiano e per questo ne sono attratti. Colpiti dall'antimediaticità che lo contrappone agli showman/girls suoi colleghi, sembrano scovare in lui un nuovo tipo, un leader diverso, carismatico ma con altri attributi. Fra coloro che hanno sentito qualche volta, qua e là, parlare di questo magnate buono, imprenditore tecnologico e rappresentante politico sui generis - gli stessi che hanno applaudito in cuor loro alla rivoluzione politica e culturale delle elezioni americane - sembra circolare un germe che stuzzica la fantasia, mietitore di una nuova strana sensazione: quella che conduce dritta dritta all'idea che una via nuova alla rappresentanza e alla conduzione politica del nostro Paese sia un dovere urgente e un diritto concreto.
Il valore che il nero di Obama rappresenta per l'America ha bisogno di una declinazione in termini italiani.
Se davvero emanciparsi rappresenta una necessità anche per l'Italia.
E se la politica aggressiva, xenofoba e conservatrice di Bush è ciò di quanto più urgente occorreva cambiare negli Stati Uniti, in Italia la necessità forse più grande - scontata ma reale quant'è vero che abbiamo bisogno di aria per respirare - in politica come negli altri settori, sembra essere rappresentata dall'onestà e dalla serietà.
Per questo sorrido non senza riserve, ma anche con grande interesse, ai commenti dei blogger che nei loro post hanno linkato l'intervista di Soru chiedendosi sbigottiti: "Chi è questo alieno che davanti alle domande giornalisticamente naif della Bignardi sembra sempre sul punto di restare senza parole. E che poi però le dice di santa ragione?? Chi è quest'uomo che non sembra aver bisogno necessariamente di passare per il linguaggio degli anchorman per esprimere, in tv ma in qualunque altra circostanza, cosa significa e quali sono le priorità del fare politica?".
Questo germe mi sembra buono da prendere e riproporre . Chiederci concretamente di cosa abbiamo bisogno per migliorare e crescere oggi, ovvero - per dirla con Massimo Gramellini - scoprire qual'è il talento piccolo o grande che sia, che si nasconde dentro le nostre individualità o dentro le nostre nazioni, mi sembra il miglior virus nel quale si possa incappare.

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