martedì 25 novembre 2008

Il cucciolo è morto



Mi stavo chiedendo: è possibile dare un buco a me stessa? Non farmi un buco, no, ma darmi un buco, ciò che tutti i giornalisti che conosco e anche quelli che non conosco vorrebbero dare ai loro colleghi. Ecco si, è possibile. Lo sto appena facendo. E questo succede evidentemente perchè dare un buco, giornalisticamente parlando, è sempre una cosa molto eccitante. Anche se ciò comporta che il buco te lo dai tu stesso. Sinceramente non mi era mai capitato. Beh, di dare un buco agli altri si, qualche volta non posso che ammetterlo. E anche di prenderlo. Ma a me stessa...a me stessa non è di certo un'esperienza che elenco nella contabilità della mia breve esistenza giornalistica. Ok, lo so, questa cosa è un pò ridicola. Ma l'ho chiesto pure al mio collega e lui ha detto che stando così le cose e volendo proprio impegnarcisi, tecnicamente è possibile. "Solo - ha aggiunto - dattelo stasera, non subito". E così io ho aspettato. Fino ad ora. Ma poi non ce l'ho fatta più. Ed eccomi. E devo dire che ancora non ne sono convinta perchè l'argomento è un pò delicato e non c'è in fondo un granchè da ridere. Anzi. Qualcuno piangerà e mi dispiace seriamente. Ma l'annuncio di oggi lo merita. Mentre Soru si dimette (e il Corriere lo ribattezza Antonello) c'è un'altra di quelle cronache infauste che qualcuno fra i lettori delle pagine dei quotidiani locali non avrà voglia di leggere fino in fondo liquindandola come "solita notizia". Altri leggeranno per automatismo, altri ancora ignoreranno senza pietà. Forse che la notizia nella pagina accanto potrà offrire loro maggior svago. Fra quelli interessati invece ci saranno gli affranti e i gioiosi, gli increduli e gli ottimisti. Ma è così. Storica nel suo piccolo la notizia è che il petrolchimico di Porto Torres chiude, o si ferma come preferiscono dire alla Polimeri. Cosa avrebbe detto Rovelli? Il petrolchimico è morto direbbe la voce fuori campo di un documentario del bouquet sky, mentre passano cuccioli di langusta inquinata con i guanti da metalmeccanico al posto delle chele. Ma certo, per correttezza avremmo dovuto titolare Il petrolchimico si ferma, ma non vi preoccupata gente, si riparte da febbraio! No. L'avrei sconsigliato anche alle girls del giornalino dell'Azuni di fare un titolo così. Oppure avremmo potuto scrivere che niente è perduto a parte il paradiso di un tempo. Dai, ragazzi, il petrolchimico è morto, si torna a fare il bagno a Minciaredda. Con Gavino Sale e le orate al pcb. Macchè. Non c'è un modo buono o cattivo per parlare della lenta dismissione di questa striscia di sabbia accanto alla quale muoriamo e nasciamo ogni giorno. Non c'è un verso giusto. Il sindacalista potrà agitarsi. Il politico potrà sciorinare pozioni. Il lavoratore potrà piangere. L'ambientalista potrà cercare il costume da bagno e scendere in spiaggia. Il documentarista girerà un documentario dicendo: è morto. Ma il cadavere non sarà rimosso. E morto non servirà a un granchè. Una lingua di sabbia è stata tinta di rosso. Per niente, dunque.
Ora chiudo, se no scatta la mezzanotte e non è più un buco.
Ciao Renato.

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