E' un volo, non c'è tempo, io vedo il mare scivolarmi sotto, saltarmi addosso, mi stringo alla trinchetta piegata sulla prua, lo scafo sbandato, sono nel blu, sono ancora a bordo, penso: non è cosa da niente, penso: non c'è paura, perché? è già tramonto, è già alba, alle spalle l'ultimo capo del Pelopponeso, una stagione, l'affanno di ogni sveglia, dei mezzogiorno, di ogni cena, passa il meltemi che soffia da nord, arriva ancora ma qui si dice tramontana.
Abbiamo navigato la luna, una luna intera, siamo tornati all'inizio, siamo soli, non abbiamo parole reciproche, niente da sostanziare, solo a ciascuno la propria porzione di mare, al pomeriggio, alla sera, al mattino, fin quando non so, non pongo domande, la navigazione è senza destino, arriveremo quando sarà. Abbiamo ancorato l'alba ai silenzi, accanto a una stella marina, l'ho vista dall'alto, il mare non era un ostacolo. Abbiamo ingoiato lo Ionio, dileguato l'Egeo, viriamo al Tirreno, ci sarà un nuovo accampamento di stelle stanotte sopra le nostre teste, gli ormeggi sono già volati via, Leuca è la luce del tramonto, avremo altri porti da commentare.
Lo so. L'estate è passata ed io sembravo scomparsa, ma stavo dentro un barattolo nel mare e galleggiavo senza fiatare, guardavo soltanto, non c'era tempo per altro, ed era un sogno, era una follia e l'inferno rincorreva le stelle e le stelle cadevano giù e c'erano troppe stelle per dirle tutte, troppa emozione e già si faceva giorno, mentre ora, di nuovo il giorno finisce e finisce la terra.
Il largo. Il largo da navigare. Io sogno di nuovo, scusate, m'immergo, scompaio, ritorno alla stella che scende, la vedo adesso, ma fra poco si rompe nel mare, una cosa così complicata che non posso più starne a parlare.
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Rooooooooo..........
RispondiEliminaciao
gab
che meraviglia skipper!
RispondiEliminache meraviglia gli amici. ciao marinaio, ciao gab. vi abbraccio anche da qui
RispondiEliminaLE tue parole bellissime mi riportano alla mente questa canzone meravigliosa...
RispondiEliminaLa sposa dell'ombra (Yo Yo Mundi)
“Il mare aveva il sapore dei tuoi occhi e delle tue ferite e le onde sembravano le tue braccia. Le onde avevano un sono sordo, soffocato da un vento lontano. Ho guardato la mia mano prima di affondarla nel mare”
testo di Giovanna Carboni dal racconto “Princeton”
E' l'orizzonte lo vedi?
Lui ci cattura gli occhi inquina la visuale
offre una prospettiva inedita e irreale
e quella barca in bilico sulla tavola dei mille specchi
scivola un po' confusa come la zattera della Medusa
che dall'abbisso riaffiora
Mi sembrerà che tu mi stia abbracciando
come se fossi il vortice dell'onda
mi sembrerà che lei mi stia avvolgendo
come se fossi complice di un'ombra
mi sembrerà che tu mi stia spingendo giù
come se fossi qualcosa che affonda
e sembrerà che lei ci stia aspettando
come se tu... fossi la sposa dell'ombra
E in questo sole tutte le energie si stanno consumando
secchezza delle fauci e nausea, esplosa nella gola
e quella macchia sulla vertigine dell'acqua che si sta muovendo
stanchezza che mi assale come un martello di sabbia e sale
che ad uno scoglio mi inchioda
Mi sembrerà che tu mi stia abbracciando
come se fossi il vortice dell'onda
mi sembrerà che lei mi stia avvolgendo
come se fossi complice di un'ombra
mi sembrerà che tu mi stia spingendo giù
come se fossi qualcosa che affonda
e sembrerà che lei ci stia aspettando
come se tu... fossi la sposa dell'ombra
questa canzone bellissima me l'hai fatta conoscere tu e ora la riporti a galla e ora sembra di sentirmi complice dell'onda, come sei tu
RispondiElimina....e fu subito notte.
RispondiEliminaciao robee' parole bellissime.....il mare dentro l'anima!!!!
RispondiEliminaoiiiiii fabietto, guarda che fra poche ore o pochi giorni (così è l'incertezza) siamo di nuovo da te!! ti chiamo all'arrivo.
RispondiEliminaPer l'anonimo: ti tengo d'occhio:-)